Gli Ordini delle Professioni Sanitarie “promuovono e assicurano l'indipendenza, l'autonomia e la responsabilità delle professioni e dell'esercizio professionale, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale, la salvaguardia dei diritti umani e dei principi etici dell'esercizio professionale indicati nei rispettivi codici deontologici, al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva; essi non svolgono ruolo di rappresentanza sindacale”. È citando l’articolo 1, comma 3 del Capo I degli Ordini delle Professioni Sanitarie della L. 3/2018 che la dottoressa Caterina Masè, Vicepresidente della FNOPO, la Federazione degli Ordini della Professione Ostetrica, entra nel vivo della sessione “Riforma ordinistica e impatto della L. 3/2018 sulla vita degli Ordini professionali” del 4° CONGRESSO NAZIONALE FNOPO “La Professione di Ostetrica/o, patrimonio del sistema salute: valori, competenze e risorse”.
“Dedicare un’intera sessione alla L. 3/2018 all’interno del nostro Congresso Nazionale, appare doveroso - commenta la dottoressa Masè - per chiarire anche alle ostetriche il ruolo degli Ordini e della Federazione Nazionale. Nonostante siano trascorsi diversi anni dall’approvazione della legge in materia, è bene ricordare che gli Ordini non hanno alcuna competenza in ambito sindacale ma che il loro ruolo è di natura strettamente politica e di governo della Professione. Ancora, non spetta agli Ordini, né tantomeno alla Federazione Nazionale l’ambito della formazione o dell’aggiornamento continuo benché queste attività siano spesso assunte in funzione dell’armonizzazione tra i cambiamenti degli scenari lavorativi e le necessità dei professionisti. È invece certamente compito degli Ordini sorvegliare che i suoi iscritti siano in regola con il conseguimento dei titoli richiesti per la pratica della professione di Ostetrica/o sia come titoli di accesso che come mantenimento delle competenze tramite il sistema della formazione continua”.
“Gli Ordini, dunque, hanno la chiara funzione di tutelare l’autonomia e monitorare la competenza e la responsabilità professionali, a tutela dei professionisti stessi, ma anche della salute pubblica interloquendo con il sistema politico affinché le norme siano rispettose e adeguate alle specificità della nostra professione e al ruolo che possiamo ricoprire all’interno del sistema salute del nostro paese. Ci sono degli ambiti in cui resta ancora della strada da fare - aggiunge la Vicepresidente della FNOPO -, come, ad esempio, nelle relazioni che gli Ordini dovrebbero avere con le Istituzioni locali e che, spesso, faticano ad instaurare poiché travolti da pratiche amministrative e burocratiche che negli anni sono via via aumentate. Sarebbe auspicabile un coinvolgimento degli iscritti più attivo alla vita degli Ordini ma purtroppo il non riconoscimento di permessi lavorativi per gli impegni che afferiscono alle attività interne all’Ordine, come invece previsto per le attività sindacali, rende difficile per chi lavora in un sistema, come quello della salute, il recupero di spazi di attività nei tempi di riposo dall’attività lavorativa. La sostenibilità del sistema risente dell’impossibilità di destinare specifici contributi per le attività degli Ordini, che essendo questi privi di finanziamenti esterni e reggendosi sulle sole quote versate dagli iscritti, faticano a sostenere la mole di adempimenti e compiti che la legge attribuisce agli stessi. Attualmente solo la forte motivazione e la consapevolezza del ruolo strategico e centrale degli Ordini professionali e delle rispettive Federazione Nazionali nel sistema Sanitario a tutela delle Persone utenti e non solo dei professionisti – conclude la dottoressa Masè – permette di proseguire con le attività ma si auspica che si amplifichino le possibilità di sostegno economico e di riconoscimento formale delle attività svolte dai singoli componenti ”.
Il DL Lorenzin, con i suoi emendamenti, ripropone la domanda a cosa servono oggi le istituzioni ordinistiche? “Gli Ordini, enti di diritto pubblico, possono e devono contribuire, grazie alle proprie peculiari competenze, al governo della professione intervenendo in tutti i processi decisionali, nazionali e regionali, che interessano e coinvolgono la professione dell’Ostetrica/o – commenta la dottoressa Nadia Rovelli, Consigliera e Responsabile Anticorruzione e Trasparenza della FNOPO, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica -. La loro funzione sussidiaria dello Stato diventerà efficace e concreta se esercitano un ruolo di guida e riferimento della professione sapendo coniugare la tradizione della cultura ostetrica millenaria (Midwifery) con le mutate esigenze che emergono dalla società moderna”. In sintesi, gli Ordini non sono più solamente i “custodi” degli Albi professionali! L’Obiettivo della sessione “Riforma ordinistica e impatto della L. 3/2018 sulla vita degli Ordini professionali” del 4° CONGRESSO NAZIONALE FNOPO “La Professione di Ostetrica/o, patrimonio del sistema salute: valori, competenze e risorse”, risponde alla necessità di definire insieme, in maniera condivisa, il nuovo ruolo degli Ordini Professionali in modo da rendere concreta ed efficace la loro attività di Enti sussidiari dello Stato raccogliendo le più rilevanti istanze che provengono dalla società civile e dal mondo professionale per renderle parte di un unico progetto di rilancio della professione Ostetrica/o, quale garante del diritto alla salute individuale e collettiva”, conclude la dottoressa Rovelli.
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